Feeds:
Articoli
Commenti

Archive for marzo 2015

 

 

 

Queste foto le ho scattate in un mio viaggio alla scoperta della Sardegna, sono capitato in questo paese Orgosolo famoso per i murales dipinti sulle case e per il significato degli stessi murales

Orgosolo in provincia di Nuoro

 

 

 

Orgosolo

Orgosolo

IMG_8683 copia IMG_8684 copia IMG_8680 copia IMG_8681 copia IMG_8679 copia IMG_8678 copia IMG_8677 copia IMG_8675 copia IMG_8676 copia IMG_8674 copia IMG_8670 copia IMG_8671 copia IMG_8661 copia IMG_8665 copia IMG_8669 copia IMG_8659 copia IMG_8657 copia IMG_8658 copia IMG_8656 copia IMG_8651 copia IMG_8652 copia IMG_8648 copia IMG_8649 copia IMG_8650 copia IMG_8646 copia IMG_8647 copia IMG_8644 copia IMG_8645 copia IMG_8625 copia IMG_8642 copia IMG_8643 copia IMG_8639 copia IMG_8640 copia IMG_8637 copia IMG_8638 copia IMG_8635 copia IMG_8636 copia IMG_8633 copia IMG_8634 copia IMG_8631 copia IMG_8632 copia IMG_8629 copia IMG_8630 copia IMG_8627 copia IMG_8628 copia IMG_8626 copia IMG_8654 copia IMG_8624 copia IMG_8622 copia IMG_8623 copia IMG_8618 copia IMG_8619 copia IMG_8621 copia IMG_8613 copia IMG_8616 copia IMG_8617 copia IMG_8594 copia IMG_8612 copia IMG_8610 copia IMG_8611 copia IMG_8608 copia IMG_8609 copia IMG_8606 copia IMG_8607 copia IMG_8603 copia IMG_8605 copia IMG_8601 copia IMG_8602 copia IMG_8599 copia IMG_8600 copia IMG_8598 copia IMG_8595 copia IMG_8596 copia IMG_8597 copia IMG_8592 copia IMG_8593 copia IMG_8590 copia IMG_8591 copia IMG_8588 copia IMG_8589 copia IMG_8585 copia IMG_8586 copia IMG_8587 copia IMG_8566 copia IMG_8584 copia IMG_8582 copia IMG_8583 copia IMG_8580 copia IMG_8581 copia IMG_8577 copia IMG_8579 copia IMG_8576 copia IMG_8573 copia IMG_8574 copia IMG_8575 copia IMG_8572 copia IMG_8570 copia IMG_8571 copia IMG_8568 copia IMG_8569 copia IMG_8567 copia IMG_8565 copia IMG_8562 copia IMG_8563 copia IMG_8564 copia IMG_8560 copia IMG_8561 copia IMG_8537 copia IMG_8557 copia IMG_8559 copia IMG_8552 copia IMG_8553 copia IMG_8554 copia IMG_8548 copia IMG_8551 copia IMG_8545 copia IMG_8546 copia IMG_8547 copia IMG_8543 copia IMG_8544 copia IMG_8540 copia IMG_8541 copia IMG_8542 copia IMG_8538 copia IMG_8539 copia IMG_8535 copia IMG_8536 copia IMG_8533 copia IMG_8534 copia IMG_8531 copia IMG_8532 copia IMG_8528 copia IMG_8529 copia IMG_8530 copia IMG_8526 copia IMG_8527 copia IMG_8508 copia IMG_8525 copia IMG_8524 copia IMG_8521 copia IMG_8523 copia IMG_8518 copia IMG_8519 copia IMG_8520 copia IMG_8516 copia IMG_8517 copia IMG_8513 copia IMG_8514 copia IMG_8515 copia IMG_8511 copia IMG_8512 copia IMG_8509 copia IMG_8510 copia

 

Orgosolo (Orgòsolo in sardo) è un comune italiano di 4.278 abitanti, che si trova a 620 metri sul livello del mare inprovincia di Nuoro, nella regione della Barbagia di Ollolai
Il territorio comunale è prevalentemente collinare e montuoso, e l’unica area pianeggiante è la vallata di “Locoe”, lungo il corso del fiume Cedrino. L’altitudine varia dai 350-400 m. di quest’ultima fino ai 1400 m. delle prime propaggini della catena del Gennargentu, Monte Novo San Giovanni e Monte Fumai (1316 m.), Punta Sa Pruna (1416 m.) e il Monte Armario (1433 m.), la cima più alta del comune. Il paese e i suoi dintorni sono caratterizzati da spettacolari paesaggi naturali, da tradizioni e costumi di gran fascino. Il territorio comunale è molto vasto e ha una estensione di 223.66 km², comprendente una piccola frazione, in località Galanoli, a sei km dal centro principale.

In epoca preistorica, soprattutto nel periodo Neolitico, è comprovata la presenza umana in varie zone dell’attuale territorio comunale. Esistono infatti numerose costruzioni quali Dolmen e Menhir, presenti nelle zone denominate “Gorthene”, “Locoe”, “Oleìli”, “Galanoli”, “Sa Lhopasa”. Ma anche nel periodo nuragico le tracce della presenza umana sono molteplici, come testimoniato dalla presenza di numerosi nuraghi (molto conosciuto e visitato è il nuraghe “Mereu”, nel cuore del Supramonte), Domus de janas, circoli megalitici ecc. Dell’epoca romana non sono visibili tracce rilevanti, in un territorio che fu sempre caratterizzato da azioni di guerriglia delle popolazioni locali contro le legioni.

Benché Orgosolo sia un paese abitato da epoche remote, il suo nome inizia ad essere citato solo verso la metà del Trecento. Il toponimo risulta attestato per la prima volta in forma scritta nel 1341, nelle forme arcaiche Orgusula eOrgosuli. In particolare il nome del villaggio appare elencato nelle Rationes decimarum, fra i centri che versavano le decime alla curia romana.[2] In un documento catalano del 1358 (repartimientos) viene riportato un elenco pisano anteriore (del 1320) che indicava le ville sarde direttamente controllate dal comune toscano. Il documento catalano fa l’inventario per conto del catalano Giovanni Carroz dei beni entrati in suo possesso: havia en la curatoria de Gerrey I castell appallat Castell Argullot lo qual se tenia es guordava per lo senyor Rey[3]. Pertanto si evince che Orgosolo apparteneva originariamente al Giudicato di Cagliari (ed alla Diocesi di Suelli), e che vi era il “castello di Argullot”. Tale castello venne distrutto da Mariano IV d’Arborea nella sua lotta contro i catalani.

Questa tesi appare però priva di conferme e di riscontri. Infatti, secondo altri studiosi, fra cui Francesco Cesare Casula, la presenza di un castello medievale nei pressi dell’abitato di Orgosolo è fortemente dubbia poiché non esistono atti che ne facciano menzione e soprattutto perché non risultano tracce di tale costruzione nel territorio orgolese. Probabilmente l’errata interpretazione è dovuta a una nota aggiuntiva in cui Pasquale Tola, nel suo Codex Diplomaticus Sardiniae, ricorda che dopo la pace di Sanluri del 1355 venne assegnata ai Carroz la curatorìa di Pauli-Gerrei e il castello “Orgoglioso” o di “Orgosolo”. Il Tola stesso afferma però che tale fortezza si trovava nella curatoria Pauli-Gerreiappartenente al Regno di Sardegna, mentre la curatorìa a cui apparteneva Orgosolo era quella arborense Dore-Orotelli. A questo punto risulta evidente, secondo Casula, “l’equivoco sul castello di Orgoglioso confuso con quello inesistente di Orgosolo”.[4]

Nel 1388, i rappresentanti di Orgosolo compaiono fra i firmatari dei trattati di pace fra Eleonora d’Arborea e il re Giovanni I di Aragona, in quanto appartenenti a una villa che come si è visto, era sotto il controllo del Giudicato di Arborea, in una giurisdizione ultra iudicatum. Nel periodo giudicale Orgosolo fece parte del Giudicato di Torres (o del Logudoro), nella cosiddetta Curatorìa Dore-Orotelli prima e in quella di Othan-Sarule poi. Successivamente il villaggio fece parte delRegno di Arborea.

Nel 1420 Orgosolo passò al Regno di Sardegna per essere ceduto di volta in volta alle varie famiglie nobiliari sarde come gli Alagon, i Cubello, i Carroz e i Silva. Nel1724 Orgosolo ottenne dal marchesato di Orani la cessione perpetua dei terreni appartenuti al villaggio disabitato di Locòe, a pochi km a nord del paese. Gli importanti avvenimenti che investirono la Sardegna fra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, come i moti antifeudali e lo stesso “Editto delle Chiudende”, non ebbero particolare rilevanza nella società orgolese, che continuava a basarsi su un’economia prevalentemente di sussistenza, legata alla pastorizia transumante, che sfruttava da sempre le terre pubbliche comunitarie.

Una delle figure più rappresentative di Orgosolo è quella della giovane martire Antonia Mesina, proclamata beata da Papa Giovanni Paolo II il 4 ottobre 1987. Antonia nacque a Orgosolo il 21 giugno 1919 e fin da giovanissima entrò a far parte della Gioventù Femminile dell’Azione Cattolica. La giovane orgolese subì il martirio, lottando fino alla morte per opporsi a un tentativo di violenza sessuale da parte di un compaesano, e morì lapidata il 17 maggio 1935. In questa data viene celebrata la festività liturgica che prevede varie iniziative civili e religiose. Le spoglie della ragazza sono custodite in una cripta presso la chiesa parrocchiale del SS. Salvatore a Orgosolo, sito che è visitato da numerosi pellegrini.

l 27 maggio del 1969 sui muri del paese viene affisso dalle autorità un avviso in cui si invitano i pastori che operano nella zona di Pratobello di trasferire il bestiame altrove perché, per due mesi, quell’area sarà adibita a poligono di tiro e di addestramento dell’Esercito Italiano. Il 19 giugno 3.500 cittadini di Orgosolo iniziano l’occupazione dei campi nella località di Pratobello[6]. Dopo alcuni giorni di occupazione, nei quali non si verificò alcun episodio di violenza, l’esercito si ritirò.

Il suo nome potrebbe derivare, secondo gli studiosi, dal toponimo protosardo orgosa che significa “territorio umido, ricco d’acqua”.

Orgosolo conta un gran numero di chiese, sia all’interno del centro abitato che nelle sue immediate vicinanze. La maggior parte degli edifici sono stati realizzati a cavallo dei secoli XIV-XVI. In ambito urbano sono presenti otto chiese, quasi tutte aperte al culto:

  • Sant’Antoni ‘e Su Ohu (Sant’Antonio Abate), la più antica, risalente al XIV secolo circa [8]
  • Sant’Antoni ‘e Padu (Sant’Antonio da Padova)
  • Santa Gruhe (Santa Croce)
  • Santu Perdu (San Pietro), dedicata al patrono e già chiesa parrocchiale
  • Santu Nihola (San Nicola di Mira), del secolo XV
  • Nostra Sennora (L’Assunta), (sec. XV)
  • Sa Lhesia Nova (SS. Salvatore), realizzata nel sec. XX, chiesa parrocchiale dal 1971
  • Chiesa dello Spirito Santo, presso la frazione di Galanoli (sec. XX)

Nel nucleo urbano o nei suoi pressi risultavano presenti altre chiese ormai scomparse, dedicate a S. Elia, San Sebastiano, Sant’Elena e San Giovanni Battista

Le chiese campestri sono attualmente tre:

  • Santu Micheli (San Michele Arcangelo), sul monte Lisorgoni, che domina l’abitato (XV sec.)
  • Santu Nanìu (SS. Anania ed Egidio)
  • Santu Malhu (San Marco), a poca distanza dall’abitato, sulla periferia sud

Siti e località di interesse archeologico

Domus de janas

  • Domus de janas di Tettene
  • Domus de janas di Istovuzzi
  • Domus de janas di Pandelai

Nuraghe

  • Nuraghe Bidunì
  • Nuraghe Burdu
  • Nuraghe Carchinarzu
  • Nuraghe Chirisunie
  • Nuraghe de Lacana
  • Nuraghe Donori
  • Nuraghe Duvilinò
  • Nuraghe Filigai
  • Nuraghe Funtana Bona
  • Nuraghe Funtana Fritta
  • Nuraghe Ghirghinnari
  • Nuraghe Giuanne Puddu
  • Nuraghe Gorroppu
  • Nuraghe Ilole
  • Nuraghe Lartiò
  • Nuraghe Lollovè
  • Nuraghe Luilìe
  • Nuraghe Maninturtiò
  • Nuraghe Manurrìe
  • Nuraghe Mereu
  • Nuraghe Olai
  • Nuraghe Orde
  • Nuraghe Oroldi
  • Nuraghe Ortotidda
  • Nuraghe Orulu
  • Nuraghe Ospo
  • Nuraghe Pighisone
  • Nuraghe Ruju
  • Nuraghe Sa Senepida
  • Nuraghe Sirilò
  • Nuraghe Talasuniai

L’area orgolese del Supramonte ha una estensione di quasi 3500 ettari. Si tratta di un altopiano montuoso, profondamente interessato da fenomeni carsici che vedono la presenza di numerose grotte, doline (imponente è quella di “Su Suercone” o “Sielhone” in orgolese, con un diametro di circa 500 metri) e gole, fra le quali la spettacolare gola di Gorropu, una profonda depressione creata dal Rio Flumineddu con pareti verticali di 400 metri. A causa della mancanza di sorgenti o di portata rilevante, la presenza di acqua in questo territorio è assai scarsa, mentre le precipitazioni tendono a raccogliersi in piccole pozze rocciose naturali chiamate “Presethos”. Il paesaggio del Supramonte è caratterizzato dal colore bianco delle rocce calcaree che contraddistingue ampie distese pietrose che si alterna al verde del sottobosco e delle foreste di lecci. Si ritiene che nella zona denominata “Sas Baddes” sia ancora presente uno degli ultimi tratti di foresta primaria presenti inEuropa. Oltre al leccio alcune fra le specie arboree tipiche del Supramonte sono il ginepro (Juniperus) e il tasso (Taxus baccata). Molto ricca anche la flora erbacea con rare specie spontanee alcune delle quali possono essere considerate endemiche. La fauna è molto varia ed è composta principalmente da cinghiali, volpi e mufloni, anche se non mancano specie meno comuni come martore, ghiri e gatti selvatici. Nel Supramonte trovano inoltre l’habitat numerose specie di volatili, principalmente rapaci come l’aquila reale, l’aquila del Bonelli, la poiana, il falco pellegrino, il gheppio e l’astore. In passato le pareti rocciose della zona vedevano la nidificazione del grifone (Gyps fulvus) e del gipeto (Gypaetus barbatus), detto anche “avvoltoio degli agnelli”. Da un punto di vista archeologico sono presenti rilevanti tracce umane risalenti al periodo nuragico e pre-nuragico, in particolare nei complessi nuragici del citato nuraghe “Mereu” e del nuraghe “Presethu Torthu”, caratterizzati dal colore bianco della pietra calcarea con cui sono stati realizzati. Pur essendo un territorio da sempre scarsamente popolato alcune zone del Supramonte orgolese sono state, storicamente, adibite all’allevamento dei suini e al pascolo degli ovini e dei caprini. A causa delle distanze e della mancanza di strade vere e proprie i pastori erano costretti a lunghe permanenze fuori del paese, servendosi unicamente dei tipici ovili in pietra e legno (“Huviles”), alcuni dei quali ancora presenti. Attualmente le attività legate alla pastorizia si sono notevolmente ridotte sul territorio, che per contro risulta molto frequentato da escursionisti, appassionati di trekking, di archeologia e speleologia.

Ad Orgosolo si possono ammirare i tipici murales, i dipinti murari che abbelliscono e arricchiscono i muri delle case, illustrando sia le problematiche legate alla popolazione locale, sia i principali avvenimenti storici e sociali, italiani e internazionali.

Il primo murale a Orgosolo fu realizzato nel 1969 da un gruppo di anarchici milanesi, che si firmarono “Dioniso”. Nel 1975, in occasione del trentennale della Resistenza e della Liberazione l’insegnante toscano Francesco Del Casino ed i suoi alunni della scuola media di Orgosolo realizzarono altri murales, ed in seguito si aggiunse il contributo di altri artisti fra i quali il pittore orgolese Pasquale Buesca e il gruppo culturale locale “Le Api”. I murales in genere affrontano principalmente tematiche sociali, storiche e politiche. Al momento si contano più di 200 murales che ormai fanno parte integrante dell’immagine del paese, attirando migliaia di turisti italiani ed esteri.

Nonostante il patrono sia San Pietro, la festa più sentita in paese è “Nostra Sennora de Mesaustu”, la Madonna dell’Assunta, che si svolge a metà agosto. In tale occasione sfila una bellissima e solenne processione, con cavalli e costumi tradizionali per portare nelle vie del paese la statua della Madonna dormiente, molto pesante e per questo sorretta da 4 uomini a spalla. La festa continua poi con “Sa Vardia”, corsa equestre con i cavalli che vengono lanciati a coppie o a gruppi di tre e su cui i cavalieri si esibiscono in acrobazie spesso rischiose, soprattutto perché la corsa si svolge sull’asfalto cittadino. La festa religiosa prevede due distinte novene nella chiesa dell’Assunta, mentre i festeggiamenti civili si sviluppano nell’arco di circa dieci giorni, dal 13 al 23 agosto. Il 23, giorno di “S’ottada”, il paese partecipa nuovamente alla processione, stavolta notturna, in cui comunque non mancano i cavalli e i colori dei costumi. Altre ricorrenze religiose molto importanti per la comunità sono la festa diS. Antonio Abate (“Sant’Antoni ‘e su ohu”), il 17 gennaio, con l’accensione dei tradizionali fuochi in onore del santo, la festa di S. Marco (“Santu Malhu”) il 25 aprile, con l’antica l’offerta a tutti i fedeli del pane e della carne (“Sa Ita”), la festa di Sant’Isidoro (“Santu Sidore”), protettore dei contadini, tradizione recentemente ripresa dopo anni di oblio, con la suggestiva processione dei carri a buoi e la festività religiosa e civile dedicata ai SS. Anania ed Egidio (“Santu Nanìu”), la prima domenica di giugno.

Dal 2006 si svolge a Orgosolo il “Festival della Scienza”[12], che si propone di utilizzare la cultura popolare come chiave verso il sapere scientifico. Orgosolo partecipa inoltre al circuito delle sagre autunnali denominato “Autunno in Barbagia”, curato dall’A.S.P.E.N. (Azienda Speciale Promozione Economica Nuorese).[13] La tappa orgolese è chiamata “Gustos e Nushos” (aromi e sapori) e si tiene solitamente nel mese di ottobre.

Il costume tradizionale (“Su hustumene”) è custodito gelosamente da quasi tutte le famiglie orgolesi e viene indossato in occasione di alcune cerimonie e festività. Fino agli inizi del secolo XX ha rappresentato l’unico abito usato da tutta la popolazione. Si tratta di un costume piuttosto austero, soprattutto quello femminile, anche se ricchissimo dal punto di vista dei ricami e dei colori. Il costume maschile comprende “Sa Berritta”, il copricapo, “Su Zippone” (la giacca), “Sa Hamisa” (camicia), “Sa Vraha” (una specie di gonnellino in orbace) “Sos Carzones” (pantaloni in tela) e “Sas Harthas” (una sorta di soprascarpe). I principali elementi del costume da donna sono “Su Lionzu”, un fazzoletto o benda in seta gialla che funge da copricapo, il giubbetto (“Su Zippone”), una camicia bianca ricamata, “Su Sahittu” e “Sa Veste”, una serie di tre gonne (non sempre indossate assieme), e “S’Antalena”, uno splendido grembiule adornato di broccati e ricami di tipo floreale. Questi abiti vengono cuciti ancora oggi da ricamatrici locali e hanno un elevato costo di realizzazione.

A Orgosolo si tramanda da tempo immemore una tradizione antichissima, la bachicoltura, un’attività scomparsa quasi ovunque ma che nel paese barbaricino ancora resiste e si tramanda. Già nel 1837, Vittorio Angius descriveva questa attività, affermando che “È ignoto quando questa specie fu introdotta, e le donne orgolesi abbiano imparato a far quanto fanno per ridurre i bozzoli in fazzoletti e in veli o bende, come esse dicono.[14] Il baco da seta, chiamato in dialetto orgolese “Su Ermeddu”, viene allevato al fine di ricavare la seta usata per la realizzazione del citato copricapo femminile del costume (“Su Lionzu”). Da alcuni anni, nel corso della rassegna “Autunno in Barbagia” è aperto un laboratorio in cui vengono illustrate ai visitatori le varie fasi dell’allevamento dei bachi e le operazioni di tessitura e colorazione della seta.

[fonte wikipedia]

 

Read Full Post »

Quando compri una bottiglia d’acqua d’ora in poi ti consigliamo di fare attenzione per evitare di avvelenarti. È molto semplice. Quello che devi fare è controllare il fondo della bottiglia di plastica e assicurarti di non acquistare un contenitore (la bottiglia in plastica) di scarsa qualità cancerogeno per la tua salute.

Picture - Rick Wilson   Dept. News   2-3-04 Bottled water survey

Questo è quello che devi sapere dei piu comuni simboli usati per indicare i tipi di plastica:

#1 PET o PETE
– significa: bottiglia ad uso singolo
Queste bottiglie possono rilasciare metalli pesanti e sostanze chimiche che possono attaccare il bilanciamento ormonale

PET è una delle plastiche piú usate per prodotti commerciali e si può trovare in parecchie bottiglie d’acqua e alcuni prodotti confezionati. È intesa per singoli utilizzi; riutilizzi aumenta il rischio di proliferazione batterica.
La plastica PET è difficile da decontaminare e una buona pulizia richiede sostanze chimiche cancerogene. Polyethylene Terephthalates potrebbe rilasciare sostanze cancerogene.

recycle-logos-1
#2 HDP o HDPE

– Plastica che praticamente non rilascia sostanze chimiche. Gli esperti consigliano di scegliere queste bottiglie quando acquistate dell’acqua, perché con molta probabilità  è l’acqua piu sana che potete trovare sul mercato.

La plastica HDPE è una plastica dura usata per le bottiglie di latte, detergenti, e oli; giocattoli e alcuni sacchetti di plastica. La HDPE è la plastica piu riciclata ed è considerata una delle piu sicure forme di plastica. È relativamente semplice ed economico il processo per riciclare la HDPE per il riutilizzo.

#3 PVC o 3V

– rilascia 2 sostanze tossiche/chimiche che possono causare problemi ormonali nell’organismo.

PVC è una soffice e flessibile plastica usata per creare la plastica per coprire i cibi (pellicola trasparente) bottiglie d’olio per cucinare, anelli da dentizione, giocattoli per bambini e animali, blister e contenitori. EÈ comunemente usato per le guaine dei cavi da computer e per i tubi di plastica.

#4 LDPE

– questa plastica non può essere usata per la produzione di bottiglie, ma per sacchetti e borse di plastica, anche se non rilascia alcuna sostanza chimica nell’acqua.

LDPE è comunemente usata come pellicola per alimenti, dispensatori di salse, sacchetti usati per contenere il pane. I sacchetti di plastica usati dai negozi alimentari sono quasi tutti LDPE. Alcuni tipi di abbigliamento e forniture casalinghe utilizzano questo tipo di plastica.

#5 PP

– un’altra plastica bianca o semi trasparente usata come contenitore di sciroppi e coppette per lo yogurt.

Il Polypropylene è una plastica resistente e leggera ed è dotata di un’eccellente resistenza al calore. È utilizzata come barriera contro l’umidità, grasso e sostanze chimiche. Quanto apri la plastica che trovi all’interno delle scatole di cereali, quello è Polypropylene. Questo mantiene i tuoi cereali freschi e asciutti. PP è comunemente usato come usa e getta per pannolini, secchi, tappi di bottiglia, contenitori di margarina e yogurt, sacchetti di patatine, cannucce, corde e nastri adesivi.

#6 PS

– rilascia alcune sostanze cancerogene, comunemente usata per le cialde del caffe e involucri nei fast food.

Polystyrene è economica, leggera e di facile plasmabilità con una grandissima varietà di utilizzi. Viene utilizzata per contenitori usa e getta, contenitori di cibo, cartoni delle uova, posate da picnic, contenitori di patatine, noccioline. PS è molto utilizzato nelle costruzione di case come isolante.

#7 PC o plastica non codificata

– la piu pericolosa plastica per alimenti in circolazione che rilascia sostanze chimiche come BPA ed e’ spesso utilizzata per la produzione di bottiglie d’acqua per lo sport (borracce, fitness bottle, ecc) e contenitori di cibo.

Questa categoria è designata  come ogni forma di policarbonato (PC) e “altri” tipi di plastica. Quindi il riutilizzo e il riciclo di questo tipo di plastica non è standardizzato. La grande preoccupazione per questo tipo di plastica è la potenzialità di rilasciare sostanze chimiche nel cibo e acqua contenuti in contenitori di policarbonato creati utilizzando BPA (Bisphenol A). BPA è un estrogeno, conosciuto come distruttore endocrino.

Da oggi in poi controlla il fondo delle bottiglie 2 o 3 volte !!!
Quindi quali bottiglie è meglio utilizzare? Bella domanda, personalmente io preferisco VETRO o ACCIAIO INOSSIDABILE

ciao a tutti Francesco

plastic-resin-codes

simboli-raccolta-differenziata-plastica

Read Full Post »